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filo/sofismi

forse perché questa scuola filosofica aveva un approccio alla realtà antidogmatico, non assolutista e per questo antesignano della stessa mentalità moderna. forse perché in più occasioni fu tacciata di ateismo e relativismo e, oltre ad un evidente scetticismo, aveva in nuce i presupposti della dialettica, del moderno pensiero critico e scientifico.
forse perché oggi possiamo reinterpretarne alcuni aspetti andando oltre il pregiudizio che la voleva prima di tutto sottoprodotto della democrazia e in quanto tale strumentale ad una persuasione accusata nello specifico di essersi spinta ad affermare tutto e il contrario di tutto. in realtà essa racchiudeva l'intuizione che le cose possono essere interpretate in senso dinamico. il che non esclude e non nega un fondamento di oggettività , semplicemente lo relativizza. l'intuizione oggi divenuta plausibile di un universo immerso in un contesto spazio-temporale che ne amplifica le potenzialità relazionali e "causali", dove costellazioni di significati sempre nuovi o parzialmente tali, spronano il linguaggio e il pensiero facendone emergere coscienze inaspettate.
dove la stessa percezione ci interroga continuamente sull'oggettività del mondo, quasi a voler colmare uno divario, uno iato tra pensiero ed essere, tra unità e molteplicità . un mondo in continua trasformazione dove non è sufficiente neppure risalire allo scarto temporale minimo, il momento/movimento infinitesimale sotteso al tutto, per ottenere la soluzione finale del problema. perché a livelli dimensionali differenti corrispondono realtà assestate entro orizzonti spaziotemporali congelati o accelerati, compressi o dilatati che consentono soste e permanenza nel tempo di oggetti, esseri, flussi materiali ed energetici, stati del tutto differenti...
ci si potrebbe chiedere se il relativismo non ci sospinga "nella notte in cui tutti gatti appaiono grigi".
in realtà non è mai esistita una società nella storia quale la contemporanea che proprio nell'aver sollevato e affrontato dubbi abissali abbia acquisito altrettante conoscenze e sensibilità . certo questa è ancora una proiezione carica di utopia mentre molte ingiustizie "oggettivamente" sono ancora presenti.
c'è però nella realtà una componente irrisolta, contraddittoria che è la stessa a consentire ulteriori aperture proporzionalmente a quanto queste risultano necessarie. ma ancor più a partire da questa visione del mondo la dimensione storica ed esistenziale della nostra vita acquisisce nuovi significati.
e se da un lato le ingiustizie ancora esistenti cominciano ad apparire inaccettabili, dall'altro una visione meno statica e più partecipata della realtà potrà dare nuovo slancio motivazionale e nuovi strumenti per una società che vorrà superate gerarchie e classismi. cosa meglio di una democrazia che non sia solo formale potrebbe reinterpretare in forma emancipata la cosiddetta dittatura del proletariato (concetto tra l'altro sovente citato in modo improprio rispetto a quanto espresso da marx)? (1)

se oggi l'attuale crisi evidenzia le contraddizioni di un modello sociopolitico in cui alla necessità e richiesta di socializzazione non corrisponde una conseguente socializzazione dei profitti per ragioni implicite al sistema economico in atto o a retaggi di arcaismo, è anche vero che i riformismi o le rivoluzioni di domani avranno nuovi strumenti e conoscenze per affrontare il futuro. sfumata anche la mistificazione tecnicistica e riconsiderata la presenza umana nella sinergica complessità e vastità della natura, potremo forse un giorno aspirare ad una, se non completa, relativa riconciliazione con la natura.


sofismo / ateismo - relativismo / teoria della relatività - meccanica quantistica / principio di indeterminazione: ovvero l'evoluzione della specie

queste sono molte delle relazioni che spesso vengono collegate alla parola sofismo (o sofista/i).
questo non significa che ognuno di questi campi non abbia nel tempo acquisito una identità propria. non è un caso però se tutti questi termini li troviamo spesso associati alla parola sofismo o a questa "corrente" filosofica.
naturalmente non sono mai mancate le critiche a questo pensiero, sovente indirizzate direttamente al pensiero sofista antico senza che a questo fosse fatta una qualsiasi concessione storica.
in realtà quel che ancora oggi ne sopravvive è lo spirito critico, il rifiuto di un adeguamento supino della realtà a qualsiasi verità dogmatica, imposta dall'alto o data come preesistente.

vengono sempre rimproverati al relativismo e alla radice filosofica sofista che ne è alla base molte cose tra queste l'affermazione che l'uomo è misura di tutte le cose (protagora)... ma che oggi potrebbe benissimo essere reinterpretata dalla problematica, anche scientifica, legata alla psicologia della percezione, o, nella meccanica quantistica, al ruolo dell'osservatore/osservazione nella percezione dei fenomeni (2).
il sofismo viene dunque accusato di soggettivismo e presunzione, seguito da una critica non meno aggressiva nei confronti del relativismo culturale. tutte posizioni che partono dall'idea dell'esistenza di valori superiori o, nel caso degli idealisti, di un mondo delle idee preesistente quale realtà effettiva di cui in teoria non potremmo far altro che rinvenire la sua illusione, mero riflesso della sua perfezione (platonismo). certo dobbiamo ammettere che la reazione al dogma religioso e all'idealismo talvolta ha portato a qualche esagerazione spingendosi fino ad affermare prima e mettere in dubbio poi tutto e il contrario di tutto.
in tal senso la sostituzione del sapere assoluto con quello relativo potrebbe comunque far ipotizzare differenti segmentazioni del reale entro le quali determinate conoscenze abbiano una loro ragione di essere. lo sviluppo culturale stesso si basa su processi di questo tipo.

ma se è vero che il genere umano si è trovato ad affrontare problemi enormi, difficilmente risolvibili da una sola generazione tanto da dovervi convivere per molto tempo, se è comprensibile cioè che in seguito a questo sia emersa la necessità di darsi delle risposte provvisorie pur nella ristrettezza di strumenti e conoscenze, questo potrebbe spiegare l'impostazione mitica o metafisica (3) attraverso cui per molto tempo è stata affrontata la realtà e i problemi ad essa connessi.

parlando di infinito e di natura oggi riusciamo a comprenderne sia la complessità che i nostri limiti. a differenza dal passato oggi nel confrontarci con questi abbiamo acquisito sempre nuove conoscenze quali approssimazioni alla realtà piuttosto che mistificazioni quindi oltre che relative a postulati, assiomi o premesse dichiarate in quanto tali, mai definitive.

detto questo troppo spesso si sottace un altro aspetto che da sempre ha contribuito ad alimentare le critiche al sofismo, vale a dire che ciò che più irritava i conservatori, era l'uso libero e spregiudicato della ragione che i sofisti pensavano di estendere a tutti i campi, religione compresa.
in un passato contraddistinto da irrazionalità e pregiudizi-fonte di privilegi evidentemente questo era inaccettabile.

note:
1- dittatura del proletariato che nella teoria classica è da considerarsi superata in una fase del capitalismo completamente maturo e sostituita con l'idea di una rivoluzione senza transizione. cioè di un passaggio immediato al comunismo.
2- nella meccanica quantistica si presuppone che l'osservazione alteri il fenomeno.
3- come concetti a priori presi per buoni per definizione


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